“L’eterno legame dell’arte”a cura di
Tra luce, colore, musica e sogno vive l’eterno legame dell’arte di Alessandra Silvia De Simone che pare non esiti a rinunciare al componimento dialogico, alla vicendevole influenza di percezioni, di pulsioni e stati d’animo. E’ un’ artista premurosa che concentra il suo lavoro nell’ osservazione attenta, meticolosa, calma di ciò che la circonda per esplodere poco dopo in un’ impetuosa esplosione di colori, immagini, musiche e forme, danze e suoni, in una creatività che si esprime in un linguaggio riconoscibile quanto complesso, inusuale, unico e assoluto. L’interpretazione dei sentimenti umani è per lei uno degli orientamenti principali, che racconta attraverso una trama minuziosa, all’interno di scenari predefiniti con corsi di interazione e contrapposizione cromatica per concentrarsi sul significato dei legami, potenti ed intensi, dei dolori o delle gioie dell’uomo. Ma la sua arte è anche uno spettacolo, è tumultuosa mobilità teatrale ed è rappresentata dal percorso obbligato verso un’ ontologia di voci bianche, mischiando il colore degli sguardi ai suoni di musiche d’altri tempi, lontani nel ricordo e nella tradizione ma che trovano le sue radici nella natura primordiale. La sua è un’arte eterna e dolce, basata su sensazioni e percezioni che riemergono inaspettatamente con passi di danza, in una coreografia di tinte vivaci e forme dense di colore. Alessandra Silvia De Simone usa , come mezzo della sua espressione artistica visiva, un filo di lana, a volte di metallo, di cotone, di seta e persino d’erba essiccata o d’argento, di tessuti preziosi o presi da residui di stracci, per inscenare simbolicamente l’intrecciarsi dei destini, i nodi della fatalità e del caso che l’uomo vive nella sua quotidianità. Il filo rappresenta per lei il comune denominatore che unisce o separa i percorsi della vita delle persone e pone lo spettatore di fronte all’eterno interrogativo, o talvolta all’incomprensibile banalità della nostra esistenza. L’Amore, per esempio, è spesso rappresentato, come nelle antiche tradizioni giapponesi, da un filo rosso.(In Giappone si dice che ogni persona quando nasce porta un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra, per questioni sentimentali). Alessandra lo rappresenta con un elastico, come ad intendere che l’amore non può essere rigido se vuole rimanere eterno, il suo filo rosso elastico non si spezza. In altri casi, quando i fili sono invece tesi, si creano i presupposti per le grandi spaccature sociali, per incomprensioni senza ritorno. L’artista rappresenta, quindi, le tensioni con fili rigidi e l’amore con fili morbidi. Secondo il suo pensiero, tutto parte dalla predisposizione della nostra mente, dall’educazione che abbiamo ricevuto e dalla capacità di tollerare il diverso, dal senso di umiltà che spesso manca nel mondo d’oggi. Un’ immensa produzione di tele è poi rivolta al mondo dell’infanzia. “I bambini sono angeli da tutelare” : quando tratta questi temi nell’arte usa piume bianche, lana morbida sottile, come ad indicare la delicatezza del loro tempo, incoraggiando verso l’amore, la dedizione ed il rispetto di una delle categorie più fragili. Ancora spesso avvolge le sue maschere o le tele con nodi strettissimi, che rappresentano il punto di scontro tra generazioni o popolazioni in guerra. Nodi antichi quanto pericolosi dettati da inquietudini, incomprensioni, atteggiamenti di arroganza, presunzione di chi sente di poter governare, seppur erroneamente, le masse più fragili e più vulnerabili della società. Forse la sua arte è un invito alla riflessione. E’ un’artista che tende all’affermazione di uno stile, solo perché, una volta scoperta, difficilmente potremo riuscire a dimenticarne il timbro, la sobrietà espressiva che rimangono impressi nella mente. Le guerre nel mondo scoppiano perché dei fili immaginari, che creavano equilibrio, ad un tratto si spezzano. Il filo di lana, di carta, di gomma, di nylon, dorato, argentato, di spago, è per lei come la stecca di un violino senza la quale la musica non potrebbe essere suonata. Il filo rosso di Alessandra rappresenta e descrive i sentimenti; quello nero, l’oscurità, ma a volte il filo nero sul bianco è anche inteso come la linea dell’inchiostro della scrittura di pagine e pagine di storia che i comportamenti e la volontà dell’uomo hanno il potere di modificare incidendo, con forme, le realtà vergini della vita. Ma quante domande potremo rivolgere anche a noi stessi partendo da questo spunto visivo che l’artista saggiamente ci sta offrendo? Quanta segretezza, quanta ambiguità si cela dietro il suo filo?
D’altronde la discontinuità o la ciclicità, fanno anch’esse parte della nostra esistenza, sono temi attuali ed antichi, cari a tutti, anche nella totale incoscienza della moltitudine delle nostre azioni. Alessandra Silvia De Simone si fa, dunque, interprete di un linguaggio universale inequivocabile. Ciò è anche indice di profonda umiltà d’animo. Lodevole, infatti, è pensare che con un semplice gesto ed un unico mezzo, l’artista riesce a catturare gli sguardi, imprigionandoli magicamente come figure della memoria e dell’inconscio, guidando con delicatezza verso un’ intimità profonda, pur non forzando mai la riservatezza delle idee. Siamo così rapiti dalle sue linee d’eguaglianza in cui possiamo riconoscerci, rispecchiarci nella gioia, nella fragilità, nell’ emotività, nella ordinarietà, nell’euforia e nel pianto. Tuttavia Alessandra è un’ Artista estremamente attiva, che si ferma solo nell’istante che precede una sua creazione. Solo dopo quell’attimo avviene un’ ulteriore scelta: quella di inserire una danza musicata, per donare maggiore vigore e forza alla sua espressione artistica. Una musica senza tempo che amplifica illimitatamente l’eterno dialogo dei legami. Le maschere sono poi il contorno di tutto, sono il frutto o lo strumento universale che le permettono di accrescere l’ alienarsi delle convenzioni spazio-temporali, al fine di proiettarsi in un mondo “altro”, divino, rituale, mistico. Generalmente la maschera ha il potere di farci perdere l’identità e le sue ne accentuano lo scopo per porci, ancora una volta, di fronte l’azzeramento di egocentrismi intesi come cause di divisione, di spaccatura, di isolamento, di incomunicabilità e di freddezza nei rapporti tra le persone. L’estrema volontà dell’artista, infine, è che nessuno si senta escluso dal suo linguaggio ambizioso, incantevole ed eterno ma certamente adattabile al mondo intero.
Presidente di Luccautori/Viareggio
Le opere di Alessandra Silvia De Simone sono un caleidoscopio di emozioni che arrivano all’anima.
Fotografo d’Arte Pistoia
La pittura di Alessandra Silvia De Simone è come un voyager che non rinuncia a fissare e a comunicare le immagini che vede, che scopre e che fluisce nell’arco della luce.
storico e scrittore
Mi piace pensare alla sua arte come ad un prisma ottico in grado di catturare emozioni e restituirle in un mondo variegato con colori, luci, materiali più disparati che allibiscono. Un mondo dove si percepisce l’animo del gioioso bambino e quello del sofferente adulto, come se si stessero confrontando in una inarrestabile lotta quotidiana per l’eternità.
Pittore e Direttore Artistico – Giubbe Rosse – Firenze/Italia
Queste opere… illuminano il mondo e offuscano la mente!
Marina di Pietrasanta – LU/Italia
La sua espressione pittorica converge talvolta in un’idea quasi scultorea, svelando sia una lodevole espressione, sia il desiderio subito raggiunto di comunicare tramite quelle “forme-formate” saldamente costruite per esaltare – il più delle volte – un tema: “Il viaggio”. Il suo lavoro non si ferma alla semplice e pur valida realtà fenomenica, ma per mezzo della presa di coscienza dell’essere delle cose, si trasfigura utilizzando sia i colori, sia le forme, per far convergere completamente il proprio “Io” nell’iridescente nucleo della poesia. Ciascuna tela, o tavola, o carta, raccoglie dunque significative presenze che diventano racconto di un viaggio – appunto – durante il quale Alessandra Silvia De Simone unisce oggetti e pensieri che poi, in Studio, sono significativamente soluzionati. Per lei l’arte è integrazione nella vita stessa, poiché essa ci consente di credere ancora alla verità dell’Uomo, e apprezzare di conseguenza la parola “esistere”.
Education Officer, Estorick Collection of Modern Italian Art – Londra /UK
Pitture luminescenti, quelle di Alessandra Silvia De Simone, che si traducono in un viaggio nello spazio, nella luce e nella bellezza. Attraverso i suoi dipinti si è proiettati in un mondo fiabesco, in cui un riflettore magico amplifica i colori e semplifica le forme. Le sue opere incorporano l’energia del Futurismo e la qualità lirica della pittura di Marc Chagall. Il filo che tesse costantemente, ci mostra una originale, quanto singolare ed unica visione della vita, vissuta in una sequenza di storie e di incontri. In questo mondo fantastico, di colori, immaginazione e forme, si verifica e si avverte la straordinaria incontro tra sogno e realtà, in una dimensione totalmente nuova e surreale, come in una citazione di André Breton. In queste opere in cui dunque, vive la ricerca del sogno, si giunge verso l’ opposta direzione della sua controparte, l’incubo, nascosto tra le ombre delle intenzioni simboliche più vivaci, dove l’ eleganza delle immagini, tradisce una qualità artistica a tratti inquietante. Tra le sue opere più belle, si assiste ad una visione della vita raffigurata come un articolato percorso, che è quello della realtà. Inevitabile porsi allora, dei quesiti: – Cosa sta cercano di dirci in effetti con le sue opere? O più semplicemente, cosa ci sta, misteriosamente, svelando?
Assessore alla Cultura di Porto Venere –SP /Italia
In questa arte c’è poesia. Dal buio, si intravede la rinascita della vita. Dal dolore e dalla speranza: dalla nostalgia, un’ esplosione di colori, in un mondo fantastico ineguagliabile ed eterno.
Restauratore d’Arte Capri (Na)/Italia
Lei è nelle sue opere, testimonianza non solo della sua espressività, ma puro concentrato di se stessa. “La vita”: è questo il vero tema delle sue creazioni. La luce, i colori, i sogni, le emozioni, le sensazioni…tutto è vita, anche i gesti quotidiani s’intrecciano amandosi.
R. P. FIAT Chrysler, Torino/Italia
Ogni volta che si osserva un suo dipinto, una sua scultura, si corre il rischio di allontanarsi con la mente , per un istante dalla propria realtà circostante, per scivolare in un sogno, cercando il mondo ideale e irraggiungibile nel quale ognuno di noi, probabilmente , vorrebbe vivere.